L’ultima finale di Wimbledon tra Doković e Federer è stata definita come la più bella finale del secolo. I due campioni hanno fatto palpitare il cuore di tutti gli spettatori fino all’ultima palla. Una partita epica, la più lunga di sempre terminata al tie-break dopo la parità sul 12-12.
E’ Doković ad alzare la coppa più ambita al cielo. Ogni punto è stato un tripudio di emozioni. La vittoria più grande però rimane per lo sport, due immensi talenti che hanno riunito milioni di persone, concentrati sulla vera essenza del gioco e su una sana rivalità sportiva.
Appunti sulla finale storica di Wimbledon
La finale di Wimbledon 2019 resterà nella storia come la più lunga e appassionante di tutti i tempi. Per cinque set si sono dati battaglia due fuoriclasse dotati di tecnica, potenza, tenacia e avremmo voluto non finisse mai.
- Primo set. L’inizio è stato equilibrato, entrambi hanno fatto vedere i loro punti forti, risolutezza di Doković nei momenti importanti e tanta precisione di Federer nelle sue giocate. Alla fine il serbo vince al tie-break 7-6.
- Secondo set. Novak Doković viene battuto con un netto 6-1 da un Roger Federer che sembra aver messo una marcia in più.
- Terzo set. Nole torna a giocare al suo meglio e si aggiudica per 7-6 il tie break.
- Quarto set. Buon inizio per il serbo nonostante lo svizzero gli tenga testa, Roger però prende le redini del gioco e si porta a casa il set 6-4.
- Quinto set. L’ultimo e decisivo set. I due campioni giocano punto a punto dimostrando al mondo tutto il loro talento. A metà set c’è un allungo di Doković che viene poi raggiunto da Federer poco dopo. Continua così la sfida fino al 12 pari. Questa è anche la prima finale di Wimbledon che si disputa con la novità introdotta quest’anno del tie-break decisivo sul 12-12 pari. Doković ha ottenuto il mini break al terzo punto a causa di un azzardo di Federer che poi non ha più recuperato. Grazie ad una steccata di diritto Novak “Nole” Doković vince con un 7-3 e con un 13-12. Si aggiudica il titolo sull’erba del Centre Court di Wimbledon dopo quasi cinque ore di partita.
L’importanza della rivalità nello sport per gli atleti
Lo sport è competizione, inutile negarlo, c’è sempre un vincitore e uno sconfitto. Ma è anche vero che, l’importante è partecipare. Bisognare provare a vincere la partita o raggiungere il traguardo per migliorare se stessi e superare i propri limiti. Che tradotto nella vita reale vuol dire affrontare le difficoltà e superare tutti gli ostacoli per vivere al meglio. Gli avversari servono a spronarci, a forzarci a dare il meglio di noi stessi, per questo la rivalità nello sport fa bene agli atleti. Un sana rivalità, questo è importante, mantenere il rispetto verso l’avversario e concentrarsi sul gioco. Spesso però questa rivalità sfocia in litigi e battibecchi al di fuori del campo. Diventa quindi importante educare atleti e tifosi a focalizzarsi sul match e non su questioni personali.
Possiamo avere solo ottimi esempi da campioni come loro, impeccabili sul campo e fuori. La loro rivalità è la più grande nella storia dei tornei Grande Slam, nonché una delle più importanti di sempre. Dopo ben 48 sfide, di cui 26 vittorie di Doković, è possibile affermare che nello sport la sana rivalità fa bene alla tempra del giocatore, soprattutto se ci regala emozioni come l’ultima finale di Wimbledon tra Doković e Federer.